.

Giovedì 3 luglio ore 21: concerto -

Il duo per voce e pianoforte di Nicoletta Petrus,soprano e Enrico Barbagli, pianista,ama dialogare con i differenti mezzi di espressione musicale.

La voce risponde al pianoforte e racconta insieme alle sue note il mondo musicale e poetico di Mozart, Poulenc, Prokofjev, Accompagnano il passaggio tra i diversi compositori i brani per pianoforte solo:improvviso op.90 n°1 di F. Schubert e Froliche marsch del compositore statunitense di origine svizzera Ernest Bloch.

E' da notare come il ciclo " La courte  paille " sia una sottile interpretazione musicale che F. Poulenc dà delle ironiche e talvolta dolcemente malinconiche filastrocche del belga Maurice Careme.Ed uno stupefacente omaggio alla poesia di Anna Achmatova è l'Op.n° 27 di Prokofjev.Una porta si apre e l'ingresso verso il mondo di questa poetessa russa del '900 è immediato.I due brani di Mozart, An Chloe e Abendemfindung an Laura, sono significativi per delineare in pochi tratti le diverse sfaccettature della creatività mozartiana.La volontà di trovare un punto di contatto tra i differenti percorsi musicali della propria esperienza artistica,ha portato il duo Petrus,Barbagli alla scelta di questo programma.

        

PROGRAMMA

         W.A.Mozart      An Chloè                        K.524

                         Abendempfindung an Laura        K.523

         F.Schubert      Improvviso                      Op.90 n°1

         F. Poulenc      La courte paille

                           ( 7 canzoni di Maurice Careme )

         E.Bloch         Froliche marsch

         S.Prokofjev     Cinque poesie di Anna Achmatova  Op.27

.

Lunedì 16 giugno dalle ore 18:30: inaugurazione mostra personale di

Cesare Giardini

Ci sono strade, nelle opere di Giardini, che si perdono nel paesaggio. Appaiono e scompaiono. Iniziano dal nulla e finiscono – o si perdono – nel nulla. Percorse da un pullman. Sono dipinte quanto basta. Quanto serve al viaggio. Prima, durante e dopo. Come Nowhere Man dei Beatles: “Knows not where he's going to, Isn't he a bit like you and me?” che non si sa dove sta andando, un po’ come me e te. Come noi. ...Nelle opere di Cesare Giardini, l’uomo non ha la Ragione illuminista, non insegue l’utopia, ma cerca. Non si pone con terrore di fronte al Sublime ma attraversa una natura in qualche modo amica. Rarefatta o quasi deserta, silenziosa, ma estremamente materna. Come lo sono quelle colline a forma di seno. Come lo sono i colori degli sfondi, caldi e accoglienti. Una natura quasi antropomorfa. Il corpo della natura fatto madre. Madre natura…

 

Mercoledì 18 giugno ore 21: “Chiatiamo” è il titolo del libro, edito da (Mondadori - Comix), di Andrea Pellizzari che ha ricevuto l’attenzione di tutti i media, dalla televisione alla radio, dalle riviste ai quotidiani, al web. Il suo successo è dovuto sia alla capacità dell’autore di raccontare in modo divertente ed auto ironico le avventure di un single che cerca e trova l'Anima Gemella in Rete, ma soprattutto al fatto che è uno dei primi vademecum su come navigare in modo efficace e gratuito tra portali di ogni tipo per vincere la solitudine.
Il libro presenta 300 nick da ridere e gli incontri con 20 fanciulle che raccontano esperienze, sogni ed aspirazioni.

Ne parleranno a Spazio Tadini l’autore, Andrea Pellizzari, la psicologa e psicoterapeuta Simona Di Carlo, che parlerà di come è cambiato il mondo delle relazioni nell’era di Internet e la giornalista di Intimità, Paola Babich che coordinerà la serata.

Giovedì 19 giugno ore 21: concerto del chitarrista Dieter Hennings. Programma (durata ca. 65 min.): Silvius L. Weiss (1686-1750), Sonata in Re Minore per liuto barocco:  Luca Cori (1964) De repente  per chitarra; Juan Trigos (1965) Partita

Venerdì 20 giugno dalle ore 19.00: presentazione di Spazio Tadini – Giovani: Alfredo Aceto. Presentando le opere di Alfredo Aceto – diciassettenne - Spazio Tadini inaugura il suo progetto dedicato ai giovani: una serata ogni mese sarà dedicata a un artista emergente, presentato da un giovane curatore. La curatrice della serata sarà Susanna Muston.

.

 

Venerdi 11 aprile 2008, ore 21.30

Debora Mancini e Daniele Longo

in

Colmi lazzi scherzi e inezie

Spazio Tadini Via Jommelli 24 Milano

ingresso libero

Un’attrice, un pubblico e una domanda universale: che cosa cercate quando andate a teatro? O ancor meglio che cosa vi piacerebbe trovarvi? Seduti sulle vostre poltrone che tipo di emozioni vorreste provare?

Ecco l’idea che ispira “Colmi Lazzi Scherzi e Inezie”, un pastiche comico-musicale ma al contempo un vero e proprio one woman show, che vede la protagonista goffamente impegnata a soddisfare le esigenze emotive del suo pubblico senza mai davvero riuscirci. Durante lo spettacolo, in un susseguirsi di virtuosismi verbali e invenzioni sceniche (dovute alla maestria scenografica di Francesco Mancini), Debora Mancini ci guida con passo leggero in un viaggio tra alcuni classici assoluti del repertorio teatrale (da Campanile a Palazzeschi a Petrolini a Varaldo a Majakovskj) nell’irresistibile tentativo di accontentare le molteplici richieste degli spettatori: per farli ridere, piangere, stupirsi, spaventarsi, indignarsi. Per farli sentire di nuovo liberi e vivi. Per farli, soprattutto, re-innamorare del Teatro.

Un teatro in cui la fantasia si rivela l’unico limite e in cui tutto è quindi possibile: che un comizio si sussegua a un delitto, che un telefono serva come copricapo, che una donna si innamori alla follia dei piedi di un uomo

Branciaroli

legge

Mussapi

Il testimone , dramma, edito da Jaca Book.

Sarà presente l’autore

Lunedì 31 marzo, a Milano alle ore 21,00, presso lo Spazio Tadini in Via Jommelli 24,

Franco Branciaroli legge il dramma Il Testimone opera teatrale di Roberto Mussapi, pubblicata dall'Editoriale Jaca Book e incentrata sulla figura di Caravaggio e sulla sua tragica fine. Dal testo originale l'autore ha ricavato un copione per un solo attore,

Franco Branciaroli, che interpreterà più personaggi, aiutato dall'autore,

sempre presente in scena,che funge da voce narrante.

Nel 1989 Roberto Mussapi pubblicava per Jaca Book la sua prima opera teatrale, Villon, un dramma a due voci, in realtà quasi un monologo. Da quel momento ha continuato ad alternare poesia e teatro, a volte con una fusione dei due generi, come nei drammi in versi Voci dal buio e nel monologo La grotta azzurra. Il suo teatro, pubblicato integralmente da Jaca Book, è stato ed è rappresentato su palcoscenici italiani e realizzato anche in versioni radiofoniche per la RAI.
Ora Mussapi ritorna con un dramma in prosa, come quello d’esordio, anche se molti critici sostengono che la sua prosa teatrale sia in realtà una prosa particolare, una poesia operante quanto celata, per il ritmo lirico che ne sorregge l’azione, per la tensione continua e bruciante, confermata dalla stessa brevità delle opere, mai più di una cinquantina di pagine, mai più di 70 minuti in scena.
Il testimone è un’opera tesissima, con l’andamento del thriller, un avventuroso e trascinante giallo barocco, dove, in un’Italia centromeridionale del Seicento, un uomo fugge inseguito da oscuri sicari. Ma l’esito si configura come una sorta di svelamento sacrale, nella figura del grande pittore Caravaggio alla soglia agonica del trapasso.

dal 28 marzo al 14 aprile

mostra di

Lorenzo Piemonti

“Madì oltre”

Aperta dalle 15 alle 19 nei giorni feriali

(sabato solo su prenotazione concordata con presenza dell’artista)

venerdì 28 marzo

PROGRAMMA DELLA SERATA:

Ore 19 inaugurazione della mostra di Lorenzo Piemonti

e presentazione del Libro/Catalogo a cura del

critico d’arte argentino Pedro Fiori

Ore 21 Spettacolo Teatrale

“Gente come uno”

Argentina: c’era una volta un paese ricco e ora non c’è più.

Un racconto della Compagnia Teatrale Alma Rosè sulla crisi argentina del 2001

Regia ELENA LOLLI
Con MANUEL FERREIRA

Luci ANDREA VIOLATO
Fotografie BRUNA ORLANDI tratte dalla mostra

"QUE SE VAJAN TODOS"

“Gente come uno”
Un testimone in scena, lo stesso attore, argentino di Buenos Aires. 
Un grido di rabbia.  
Rabbia nel vedere un Paese ricco e abbondante di risorse ritrovarsi oggi privato di tutto.  
Rabbia nel vedere la gente piegata, senza lavoro, senza casa, senza copertura medica. 
Rabbia di vivere nella paura del futuro. Di non sapere più oggi cos’è un popolo una nazione una patria. 
Stiamo parlando di gente di classe media, “gente come uno”, per usare una espressione convenzionale. Classe media generalizzata, si diceva prima in Argentina, tutti classe media. E adesso?
Adesso, chiedersi come si è arrivati fin qui, che cosa  bisognava guardare e invece si è girata la testa dall’altra parte.
Scoprirsi persone che fino a questo momento hanno sempre chiuso gli occhi, che hanno perso ogni rapporto con la politica, che hanno ignorato quei fatti che avrebbero portato alla situazione attuale, persone distratte, abituate a vivere dentro un benessere apparente.  
Ma adesso la festa è finita. Finita l’idea di essere un Paese ricco, un Paese all’avanguardia. Adesso in Argentina si muore di fame.
E’ difficile da credere, ma è lì davanti agli occhi di tutti, anche di quelli che non hanno mai voluto vedere. Il lavoro che non c’è più, le fabbriche che chiudono, i risparmi bloccati, la violenza della repressione. 
Impossibile restare ancora chiusi nelle proprie case. 
La classe media scende per la prima volta in piazza, insieme a tutti gli altri, a battere le pentole. 
E i quartieri smettono di essere solo quartieri e basta, ma diventano i luoghi in cui la gente si riunisce nelle Assemblee di quartiere, dove si prendono decisioni sulle proteste da organizzare e i problemi concreti da affrontare. 
Lo sguardo si apre: gli invisibili diventano visibili, come i cartoneros, i poveri che dalla periferia entrano in città a separare e raccogliere la spazzatura, oppure i piqueteros, i disoccupati della provincia, da sempre tenuti distanti e accusati di creare disordine con il blocco delle strade, e ora invece accolti dai commercianti con pane e mate. 
La gente si mescola, cerca il modo di autorganizzarsi, di autogestirsi, sapendo di potersi salvare solo se uniti, presenti, partecipi tutti di una politica nuova che non è più quella dei politici.
Quale il futuro di questa situazione, non si sa. 
Tante domande, tante paure, una necessità, quella di non distrarsi mai più, quella di non girarsi mai più dall’altra parte. Vigili, presenti, non solo gli argentini ma tutti noi, per evitare che altri luoghi di questo nostro difficile presente possano diventare a “rischio Argentina”.

CubEArt a Spazio Tadini
13 marzo ore 21:00 Spazio Tadini, via Jommelli 24, Milano

CubEArt è un progetto culturale per lo sviluppo e la promozione dell’Arte e della Cultura cubana. Nasce a Cuba dall’esperienza di molteplici incontri ed eventi culturali che in questo paese si realizzano e in cui prendono parte attiva i suoi fondatori. È un progetto culturale aperto ad ogni proposta artistica creativa che contribuisce allo sviluppo, la diffusione e la conoscenza della cultura cubana in altri territori.

Pavana para un poeta defunto é il quarto appuntamento di questa Rassegna che in questa occasione ospita uno tra gli artisti più talentuosi dell’arte astratta cubana: Santiago Luis Ferrer, Kender, il quale terrà una conferenza sull’arte astratta a Cuba.

L’artista dall’inizio della sua carriera ha sempre compiuto un lavoro parallelo d’investigazione e di studi. Diventa curatore del progetto “Espiral Infinita”, nel quale realizza esposizioni collettive di arte astratto: “Turbulencias Post” y “Marea, pero me encanta”, 2004. Quest’ultima marca un eccellente momento per l’astrazione cubana e inaugura la domanda: un boom dell’astrazione a Cuba negli albori del secolo ventuno? Come sostiene il critico e giornalista Alex
Fleites, lo spuntare dell’arte astratta a Cuba, è datato alla fine della quarta decade del secolo scorso e anche se risale in ambito internazionale, al 1951, alla prima Biennale del Museo de Arte Moderno de Sao Paulo, Brasile (Mario Careño), e alla Biennale di Venezia (Girona, Martínes Pedro, Cabrera Moreno; fra tanti altri), non è fino al 1953, con la mostra “Once pintores y escultores”, presentata all’Avana, alla “Rampa”, quandoquestolinguaggio si consolida nell’isola.

Oggi l’astrazione a Cuba si assume come una realtà e una fonte di ricchezza illimitata; autoctona, piena di molteplici risonanze internazionali, capace di metabolizzare altre tendenze, con il suo soma di appartenenza, efficace come linguaggio nel vasto repertorio della contemporaneità. Troveremo nomi come Antonio Vidal, Corratgé, Trillo e Pedro Oraá, pittori astratti che non lasciarono mai questa corrente, altri noti per le sue eccellenti incursioni, Raúl Martínez, González Puig e Fayad Jamís, e tanti altri che si sono sommati fra i quali Laura Hidalgo, Jorge Luis Santos, Manuel Comas, Danilo Vinardel, Marta Flora,
Rigoberto Mena, Bárbaro Reyes (Pango) e Alejandro Saínz.
Kender raccoglie col suo lavoro l’impegno delle generazioni precedenti di astratti, e lo unisce all’impegno quotidiano delle nuove generazioni. Siamo davanti a uno degli artisti astratti cubani più affermati, non soltanto per la sua esperienza e per la qualità indiscutibile della sua opera, con la quale ha contribuito attraverso la sua particolarità al piacevole raggiungimento di un’arte dove fa appello non solo al più profondo godimento estetico bensì anche al ritrovamento dell’io interiore; come lo stesso artista esorta: “Penso che l‘essere umano abbia la necessità urgente di vedere la sua propria fantasia, voltolarsi in essa e scuotersi di tanto peso inerte”. La pittura di Kender, fatta di estese aree di colore e d’impronte, sincrone disordini emotivi, scopre ansie e inquietudini della psiche umana; plasma una sua realtà che ha origine nella frammentazione e nell’accumulazione. Tra le ultime mostre personali “A mis espacios acotados”, L’Avana, Cuba, e tra le collettive: “Constantes Abstractas”. Galería “Orígenes”, L’Avana , Cuba; “ContemporaneaCuba”, CubEArt. Milano, Italia.

La nuova mostra personale di Kender allo Spazio d’Arte Guido Iemmi, percorre la strada del movimento ContemporaneaCuba presentato in Italia da CubEArt nell’anno 2007, al quale ha già partecipato personalmente. La Pavana para un poeta difunto, come il pittore chiama la sua nuova serie, condivide la visione della nostra Associazione in difesa della poesia ed esaspera il suo significato fino alle sue ultime conseguenze, cioè riconosce il potere assoluto lasciato all’immaginazione che fornisce dei mezzi per arricchire la sua percezione universale. Anche se i poeti non sono di moda per i mass media, come afferma il pittore nella sua ultima intervista, la necessità della forza immanente della poesia e fonte primaria della sua Pavana è l’assunto che in principio era la parola.


Con il Patrocinio di:
La Provincia di Milano, Il Comune di Milano, La Embajada de Cuba, oficina cultural; Consulado de Cuba en Milán; Proyecto SUR

Con il Contributo di:
Restaurante Cubano Tocororo, Corsico, Mi; Associazione Culturale La Jiribilla, Corsico, Mi; Tour Operator Havanatur; Associazione Culturale ARCI Bellezza; Segnoruvido.comunicazionevisive

L’Associazione Culturale CubEArt in collaborazione con Spazio Tadini

presenta il terzo appuntamento della Rassegna culturale CubEArt a Spazio Tadini
28 febbraio ore 19

Spazio Tadini, via Jommelli 24, Milano



CubEArt a Spazio Tadini ha come obbiettivo principale quello di promuovere una nuova generazione d’artisti, affinché la loro opera possa essere riconosciuta e confrontata in ambito artistico e culturale. Lo scopo è quello di unire la cultura cubana e la cultura europea in un binomio vincente capace di far prevalere il linguaggio dell’arte, al di là di ogni confine geografico e limite linguistico.
La Rassegna, che prevede un incontro mensile, è strutturata in modo da far coniugare diversi ambiti espressivi come la pittura, la scultura, la poesia, la musica, il video, le arti performative ed altri volti dell’arte e della cultura con il proposito basilare di contribuire alla crescita della loro dimensione pubblica.
Keramic, il suo terzo appuntamento parla di Arte ma soprattutto di Artisti e del loro libero agire, della loro capacità di produrre sempre nuove sintesi artistiche frutto di particolari alchimie tra linguaggi, individui, culture.
Keramic è  un particolare impasto artistico che si esprime nelle note dei Keramic, gruppo musicale dal quale prende il nome l’iniziativa, e nella presenza del progetto Puzzle for Peace.
Ad amalgamare le parti la personalità artistica di Daniele Giunta  del quale sarà possibile apprezzare la capacità espressiva come bassista dei Keramic e del quale sarà visibile, incastonata in una parete di luce fatta di puzzle,  la prima importante tessera dell’opera che  realizzerà per Puzzle for Peace Project.
Con Keramic inizia la collaborazione tra CubEArt e Puzzle for Peace che porterà il Grande Puzzle al
XIII Festival Internacional de Poesía de la Habana a Cuba, dove saranno scritte poesie su più di 800 pezzi di puzzle, un grande murale di puzzle dipinto e scritto a testimoniare l’adesione dei poeti di Cuba al grande messaggio corale di Pace lanciato da Puzzle for Peace Project. Le tessere così dipinte  torneranno a Milano e saranno visibili a Giugno insieme alle altre 24.000 tessere che formeranno il puzzle più grande del Mondo per una Pace Sostenibile.

-

Con il Patrocinio di:
La Provincia di Milano, La Embajada de Cuba, oficina cultural; Consulado de Cuba en Milán; Proyecto SUR


Con il Contributo di:
Restaurante Cubano El Paladar de Juan; Cerveza Cubanero, Mi;
Tour Operator Havanatur; Associazione Culturale  ARCI Bellezza; Segnoruvido.comunicazionevisive
.

Da una collaborazione tra

Associazione Culturale Renzo Cortina e Spazio Tadini

a cura di Stefano Cortina:

Tra storia e attualità, dall’avanguardia alla ricerca, il mio percorso da sempre mi ha portato a studiare e approfondire gli estremi delle arti figurative del ‘900, dal futurista Depero al liberty Dudovich ai più vivaci prodotti della contemporaneità poiché, come il mio illustre padre e mentore Renzo Cortina mi ha insegnato, dal giovane seme nascerà il maestro, la guida di future tendenze. È la ricerca di questi germi che mi ha portato a incontrare molti giovani artisti. Ora mi sono imbattuto in Manusch, fin troppo giovane pittrice, ma animata da forte, quasi sfrontata, determinazione, seppur dotata di quella attenta e vivace intelligenza che le consente di accettare e sostenere il confronto generazionale. Ammiro la sua incondizionata fede nella pittura e nelle proprie idee, altrettanto di quanto apprezzo la sua consapevolezza di essere allieva in un mondo che velocemente cambia e si evolve. È questa sete di sapere, che il titolo della mostra ben evidenzia, che rende fiducioso il mio sguardo sul lavoro dell’enfant italo-iraniana. «Mi manca chiunque, poiché chiunque può apportarmi conoscenza anche se io sarò sempre padrona di me stessa, ricca di ciò che potrò cogliere dall’altro, generosa fautrice di idee, feconda dispensatrice di immagini ed emozioni». Questo è e, spero, sarà il pensiero di Manusch. Questa è la sua prima esposizione importante, in un luogo come lo Spazio Tadini, che da una grande storia è votato alla contemporaneità e alla multidisciplinarietà delle proposte. Questa uniformità d’intenti e di idee tra me e Francesco Tadini ha creato i presupposti al nascere della nostra collaborazione i cui frutti doneremo volentieri a chi ne vorrà e potrà fruirne.

LA MOSTRA RESTERA' APERTA FINO A MARTEDì 12 FEBBRAIO DALLE ORE 15:00 ALLE ORE 19:00 E FINO ALLE ORE 24:00 VENERDI' 8 FEBBRAIO IN COINCIDENZA CON IL CONCERTO DI FLAUTO DI ANNAMARIA MORINI

-

 

Con la personale “”, che inaugura il 30 gennaio presso Spazio Tadini, Manusch Badaracco, 25 anni, diplomata all’Accademia di Brera, presenta un lavoro che ruba volti
e fisionomie dal mondo reale e li traspone in un orizzonte parallelo dominato dal colore, presenza forte e avvolgente al punto da diventare invasiva.
La pittura di Manusch Badaracco è fatta di istinto: ciò da cui nascono i suoi quadri sono sensazioni epidermiche, emotive e improvvise. Come una danza, fatta proprio
di istintività e non di riflessione, queste tele sono il frutto di sensibilità che cerca un’espressione “carnale e fisica”. Si parte dalle emozioni che nella vita di tutti i giorni
colpiscono l’artista: «Durante il giorno vengo, come tutti, travolta da un’infinità di immagini, provenienti dalle situazioni più diverse del quotidiano. Queste immagini
si riversano poi sulla tela seguendo le emozioni che quel ricordo mi suscita». La trasposizione sulla tela ha come effetto «qualcosa di molto diverso rispetto a ciò da cui
sono partita» rivela l’artista. Persone conosciute, situazioni concrete e reali, vissuto quotidiano, immagini talvolta bloccate con una fotografia: questi
elementi rubati dall’artista al suo stesso entourage, si trasformano nei volti rigenerati che popolano i suoi quadri, visi che non si evolvono come ritratti, ma come “maschere”, spesso deformate. Testimonianze di un’emozione e di un evento reale, spogliate delle loro determinazioni e caratteristiche“mondane” specifiche: visi ridotti a pure fisionomie isolate in un fluido denso e colorato. Sfondi colorati che avvolgono prepotentemente i personaggi, deformazioni dei volti: diversi elementi contribuiscono a sconvolgere le immagini bloccate sulla tela: è così che l’artista rivela quello che è all’origine del suo lavoro, «sono sensazioni che mi invadono e mi annullano. La pittura è per me una cosa fisica, come mangiare e bere, una necessità che mi travolge e impone di rielaborare quelle sensazioni trasformandole in immagini». Un magma di colore avvolge e protegge le figure: esso genera una sospensione, forse una fuga, dal mondo reale, al quale si oppone come non-luogo, fatto di cromie pure e di flutti, dove l’unico obbligo è quello di immergersi nella massa che circonda le figure. Si tratta di un limbo vuoto che allo stesso tempo protegge, affascina e inquieta. Alcuni visi vengono deformati dal colore, i contorni del volto, ultimo elemento di determinazione rimasto in questo spazio vuoto, si dilatano e si sfaldano. L’abbandono è totale: una sorta di trance o di oblio si è impossessata delle figure, che non hanno possibilità di reagire, subiscono le
distorsioni imposte senza opposizione, quasi senza esserne coscienti. Attraverso una sorta di lente deformante e colorata Manusch Badaracco ci propone un “mondo parallelo” ove i punti di riferimento risultano sovvertiti o completamente assenti tanto da far sentire all’artista “la mancanza di chiunque”

Susanna Muston per Spazio Tadini

scarica il catalogo della mostra in formato pdf

spazio tadini, via jommelli 24 - 20131 milano (italy) - tel. +39 02.26.19.684