Soldi d'artista dal 6 dicembre 2011 al 11 febbraio 2012
Un insieme di artisti conia nuove monete e banconote per restituire al denaro il valore originario di strumento e risultato del lavoro creativo dell’uomo. Un’iniziativa che coinvolge le realtà culturali del territorio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della cultura, dell’arte, della danza, del teatro e della musica che oggi vivono una crisi del settore senza precedenti. Il ricavato della vendita dei soldi coniati dagli artisti è destinato a sostenere i progetti culturali degli aderenti all’iniziativa.
Mentre a
New York gli artisti scendono in piazza per la manifestazione Occupy
Waal Street e oggi centinaia di italiani, in particolare giovani,
sfilano nelle piazze romane come Indignados, un gruppo di artisti
pone l’accento sul valore dei soldi e della cultura.
Dal 6
dicembre al 21 gennaio Spazio Tadini esporrà monete e banconote
coniate da artisti. Durante l’esposizione produrrà multipli dalle
matrici trasformando l’associazione in una “zecca” dove il
valore dei soldi è dato solo ed esclusivamente dal lavoro creativo
dell’artista/uomo.
I tagli
pubblici alla cultura e la ridotta capacità d’acquisto delle
famiglie gettano in sofferenza il settore artistico. Il risultato è
un impoverimento anche di “ricette anticrisi” che inficiano
l’umore delle persone, la loro capacità di trovare soluzioni
creative, di sognare, di ideare. La mostra “Soldi” non urla nelle
piazze, né vuole avvicinarsi alla volgarità sociale catturata da
Cattelan e fatta monumento in Piazza Affari, ma semplicemente
invogliare le persone ad attribuire un valore alla creatività, alle
idee, alle persone, prima ancora che ai soldi. Il ricavato di vendite
e offerte ricevute per i Soldi d’artista è un gesto di recupero
del valore umano nel processo di produzione e un piccolo
contributo/aiuto al mondo dell’arte e della cultura.
Carta dei soldi d’artista
Il
crollo delle borse del ‘29 segnò il primo capitolo nero della
storia economica mondiale. Fu definito: la grande depressione.
Dovrebbe far riflettere a tutti questa definizione perché sottolineò
la stretta relazione tra denaro e individuo: a una crisi economica
corrispondeva uno stato d’animo che, in psichiatria, è una
malattia.
Oggi, a
distanza di tanti anni, questa malattia sociale colpisce di nuovo
tutti. Le borse crollano e noi ci affliggiamo, perdiamo prospettive,
ci chiudiamo in noi stessi, abbiamo paura, ci sentiamo vittime di un
sistema contro il quale ci sembra di non poter fare nulla e ci
sentiamo privi di forza, come rassegnati all’inevitabile.
In
sintesi: perdiamo soldi o non abbiamo soldi e ci sentiamo tristi e
svalutati, senza un posto nel mondo. Attraverso il denaro leggiamo la
misura del nostro valore sociale e misuriamo il nostro successo.
Tanto
più una società è depressa, tanto più svaluta le potenzialità
dell’individuo e non lo aiuta a reagire, ideare, sognare, generare,
creare. In pratica si verifica il fenomeno a cui oggi assistiamo: una
forte crisi di denaro corrisponde a una forte crisi di ideali e a una
diminuzione degli investimenti sull’uomo. Si resta catturati dal
teatrino del mercato borsistico dove, con accanimento, si osserva il
denaro come una sorta di alter ego dal quale si dipende, mentre si
perde la percezione di noi stessi quali creatori di valore.
La
mostra che noi di Spazio Tadini abbiamo organizzato ha l’ambizione
di cercare di riportare l’attenzione sull’uomo: il vero
protagonista della “crisi”. Una società che non investe più in
cultura, arte, teatro, danza, musica, letteratura, educazione,
ricerca, non può generare nuovo valore, non può trovare idee
innovative capaci di disegnare nuovi futuri possibili. Bisogna
cercare di distogliere lo sguardo dai grafici di Wall Street, bisogna
uscire dalla volgarità sociale catturata da Cattelan e fatta
monumento in Piazza Affari. L’invito di “Soldi d’artista” è
quello di far uscire l’uomo dalla depressione e stimolarlo a
ricominciare a osservare un quadro, leggere un romanzo, seguire uno
spettacolo teatrale in uno spazio di periferia, sollevare lo sguardo
da terra insieme all’elevazione di un danzatore, ascoltare un brano
musicale e lasciare che tutto ciò lo trasporti al piacere di
sentirsi vivo e produttivo. I soldi siamo noi. Noi siamo l’unico
titolo azionario su cui dobbiamo investire per ricominciare a
produrre denaro e migliorare la qualità della nostra vita, l’unico
con il quale non funzionano menzogne e speculazioni.
In
“Soldi d’artista” un gruppo di artisti di conia nuove monete e
banconote da vendere. Ad ognuno è data libertà espressiva,
l’importante è che il lavoro non sia intelaiato e assolvi alla
funzione di trasportabilità proprio della moneta. Pertanto può
essere in carta o tela, in ceramica o metallo. Saranno prodotte
matrici e multipli trasformando Spazio Tadini in una sorta di “zecca”
e i lavori si potranno acquistare anche senza usare denaro, ma con un
semplice baratto concordato con l’artista. Il ricavato sarà
devoluto a sostegno della cultura ovvero in parte agli artisti autori
delle opere, in parte all’associazione culturale non profit Spazio
Tadini che destinerà i proventi per altri eventi artistici (danza,
musica, teatro o altro ancora), in parte a tutte le altre realtà
culturali del territorio che aderiranno all’iniziativa.
Novembre, 2011 | Comunicato Stampa|