LUCIO PERNA

Geografia Emozionale

 
    

Spazio Tadini presenta la personale di Lucio Perna

Geografia Emozionale

Inaugurazione giovedì 22 aprile ore 18.30

 

Nel corso del vernissage sarà presentata la corposa monografia a lui dedicata dalla casa editrice Mazzotta  "Geografia emozionale", che darà anche il titolo all'esposizione. Trent'anni di attività e più di settanta mostre all'attivo, personali e collettive in gallerie, istituzioni e fiere d'arte, saranno evidenziati in un percorso di cinquanta opere.

L'artista fonda, nel 1998 il movimento "Symbolicum" insieme a Federico Honegger, Fabio Massimo Ulivieri e con il poeta e critico d'arte Pedro Fiori che scrive: "in un suo viaggio in Mauritania, Perna era rimasto colpito dall'immagine del deserto. Aveva sentito il sortilegio della "sensazione d'infinito" che si sprigiona da quella immensità. E' questa "poesia d'infinito" la prima sensazione che ci affascina nei suoi dipinti, palpitanti di battiti del mistero, di una simbiosi spazio-colore-segno."

 

"Ciò che prepotentemente emerge dai viaggi nel deserto", sostiene Perna, "è il senso e la scoperta di nuove ricchezze. Quelle, per intenderci, che non hanno una quotazione di mercato e che quindi non si possono comprare."I viaggi sono per lui una inesauribile fonte di scoperte: un formidabile bagaglio utilizzato poi nell'elaborazione del suo linguaggio artistico – che eccede e supera ogni logora etichetta di astrazione o informale - e che lo

porta fino a promuovere, in Italia, il movimento artistico-culturale "Geografia emozionale" fondato da Giuliana Bruno, ad Harvard, con il monumentale Atlas of Emotions.

"Il lavoro di Perna"- afferma Claudio Rizzi, curatore del volume di Mazzotta - "è traduzione poetica di una visione profonda dell'uomo e del mondo e accende una prospettiva oltre i confini del quotidiano." Traduzione poetica che parte dalla visione - dai Miraggi, come titola uno dei suoi cicli di opere - e ritorna alla vista con l'utilizzo di una molteplicità di piani, di superfici, di equilibri e, verrebbe da dire, di architetture. Dipinte con il colore dei ricordi, delle terre, dei viaggi.

Forse, il lavoro di Perna, ci introduce in un luogo che vorremmo abitare, pur non potendolo definire. Uno spazio desiderato. Che si può creare e vivere senza sapere da dove esattamente, poi, si sia entrati. Forse solo l'arte ci da la possibilità di rapportarci, come ricordava Burri, ad una "irriducibile presenza che rifiuta di essere tradotta in qualsiasi altra forma di espressione."

 

Lucio Perna arriva a Milano alla fine degli anni 70, entra in contatto con il mondo artistico milanese e segue corsi di perfezionamento sulla tecnica del colore. E' proficuo l'incontro con Remo Brindisi, con Ernesto Treccani ed Aligi Sassu e con giovani di buon talento fra i quali Enrico Muscetra. Partecipa a numerose iniziative culturali. Concorre a rifondare e lanciare l'associazione culturale ed artistica "Proposte d'Arte" alla quale partecipa attivamente e presso la quale organizza e tiene seminari di ricerca e sperimentazione. Nel marzo del 1998 fonda il movimento "SYMBOLICUM" con Federico Honegger,Fabio Masimo Ulivieri e col poeta e critico d'arte PEDRO FIORI teorico del gruppo. Il manifesto del movimento viene ufficialmente presentato alla mostra del 20 ottobre dello stesso anno presso la galleria milanese Antonio Battaglia Arte Contemporanea e alla V edizione di "ARTEFIERA MILANO". La pittura di Perna, in oltre vent'anni di attività, si sviluppa alla ricerca di un linguaggio che partendo da una figuralità emblematizzante (il ciclo delle "Sirene" 1972-80 e quello delle "Maschere" 1980-88), giunge all'attuale ricerca simbolica (I Miraggi) iniziata alla fine degli anni 80. Con i più recenti lavori, (OLI e TECNICHE MISTE) sintetizzando le precedenti esperienze e seguendo un processo multimediale, Perna traccia un percorso di ricerca molto personale che travalica l'etichetta dell'astrazione o il richiamo informale. Nei suoi lavori si legge un gesto liberatorio che lacera e crea. Di volta in volta si muove come un geologo o un topografo declinando sulle superfici le emozioni attraverso aggiustamenti tonali e modulati spostamenti prospettici.
La concezione dello spazio, pur non rinunciando ad una certa tensione prospettica, dà più il senso dell'illusione, del miraggio come simulazione della visibilità.
Miraggio poeticamente inteso e rappresentato come ironico inganno dove la relazione non è più tra vicino e lontano, come nell'ordine classico, ma tra visibile ed ignoto. Lo spazio dell'immagine si espande come una "magia cromatica". Le strutture vengono ridotte all'essenziale. Segni, forme, colori si fondono nella sua iconologia in "silenziosi messaggi di parole mai dette": un linguaggio-stile fatto di silenzi. Lo spazio sensibilizzato nell'opera tende ad uscire dalla limitata superficie traizionale verso dimensioni, spazialità nuova, diversa,"virtuale". Ricerca espressiva questa che avvicina Perna al movimento artistico- culturale "GEOGRAFIA EMOZIONALE", nato negli Stati Uniti America al l'inizio di questo nuovo secolo, del quale è teorica Giuliana BRUNO, docente ad Harvard, e che in Italia è stato sostenuto e divulgato dalla rivista "ARIA". Perna ha esposto in numerose gallerie italiane ed europee , in importanti Centri d'arte e cultura.

 

   

  
 




      


   

   


   

 
 




 





 











 




















   

 





   
 

   

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