I MURI DOPO BERLINO
Non vuole
essere solo una mostra, ma una provocazione, uno stimolo a riflettere,
un invito a guardare attraverso la lente d’ingrandimento di un artista
il mondo che ci circonda e svelarne le barriere, gli ostacoli, i muri
da abbattere o forse quelli ancora da mantenere o costruire.
Un modo per
restituire all’arte contemporanea un posto preciso nella storia e
un’occasione per comunicare una voglia di cambiamento che passi
attraverso una voce inusuale: quella che non rinuncia mai a cercare il
bello.
I settanta
artisti che hanno aderito a questo progetto e le gallerie che hanno giŕ
deciso di ospitare la mostra con l’obiettivo di aggregare nuovi artisti
locali, come la Galleria Koinč di Scicli e la Promenade Gallery di
Valona in Albania, lo hanno capito.
“I muri dopo
Berlino” sarŕ un “muro viaggiante” i cui “mattoni” sono costituiti da
opere e nelle quali ci sono i sogni, le speranze, i disincanti, la
rabbia o la rassegnazione di chi i muri li vede, ma non sa come
superarli, di chi li sente e non vuole dimenticarli.
Le
interpretazioni degli artisti sono le piů diverse anche in relazione ai
loro paesi d’origine. C’č chi il muro lo vede nella scarsa coscienza
ecologica, chi nelle ideologie, chi nei sistemi di potere, chi dentro
le persone, chi nelle rese, chi nelle religioni, chi nell’indifferenza,
chi in un viaggio della speranza con biglietto di ritorno.
Resta una cosa
certa, che nelle centinaia di opere che prendono parte a questa mostra
molte sono piů una denuncia e una voglia di conquista che la
constatazione di una resa. Questo risultato č certamente l’ereditŕ che
ci portiamo grazie a questi ultimi decenni di storia in cui abbiamo
visto superare e abbattere o costruire molti muri. Per esempio quello
tra conscio e l’inconscio, l’andata sulla Luna, ma a cui spetta un
ruolo privilegiato senz’altro la caduta del Muro di Berlino che
simboleggiň la fine della Guerra Fredda e di quella sorta di
immobilismo ideologico che contraddistinse il destino del mondo dal
dopoguerra in poi e che teneva in una sorta di morsa il destino di
tutti tra timori di guerre nucleari e fini apocalittiche.
Il 9 novembre
del 1989 quando venne abbattuto il Muro di Berlino e le immagini
televisive fecero il giro del mondo, quasi tutti vissero un’emozione di
particolare sorpresa, perché abbattere quella barriera sembrava
all’improvviso una cosa semplicissima come distruggere un qualsiasi
muro di mattoni. Fatta la prima breccia, quel Muro rivelava la sua
normalitŕ, si svelava e sgretolava come tutti gli altri. Quel crollo fu
un nuovo inizio. Da quel momento si ebbe la certezza che i muri, per
quanto potessero apparire possenti, potevano essere abbattuti e si
potevano scoprire nuovi orizzonti e spostare barriere e confini.
Per questa
mostra abbiamo chiesto a un critico, Claudio Rizzi, di dirci quanto
l’arte possa parlare di storia e fare storia e al giornalista,
attualmente inviato dell’Espresso, Roberto di Caro, di raccontarci
quali sono per lui i muri, quelli veri, quelli che vede cadere sotto le
bombe in Medio Oriente o quelli che ci portiamo dentro chiusi in una
sorta di indifferenza. E tu, che muro sei?
Melina
Scalise e Francesco Tadini
Promenade Gallery
Promenade
Gallery is a highly professional platform dedicated to promoting
contemporary art in Albania.
Conscious of
the modest size of the country and its means, both the official and
independent initiatives, Promenade Gallery has provided the missing
link for the country’s contemporary art needs.The gallery collaborates
regularly with numerous galleries and institutions mainly in Europe,
but also overseas.
Promenade
Gallery’s objective is to provide a professional stage for contemporary
art and stimulate the artistic debate. It aims to present and foster
new horizons in art.
Promenade
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