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Maria Cristina Galli
di Claudio Rizzi
Nella voce leggera, nell'inflessione tra svagatezza e sogno, si direbbe approdata da una costellazione del fantastico. La vivacità espressiva e la profondità dello sguardo delineano invece una dimensione di forte concretezza. Rimane l'idea della nuvola come quinta scenografica ma appare immediato il radicamento alla realtà di Maria Cristina Galli. Il suo lavoro spazia nei materiali e nel linguaggio, diviene persino inverosimile o allegro nelle didascalie quando specifica fieno, macchina per produrre zucchero, stipo di pronto soccorso. Spazia soprattutto in verticale, si tuffa nel tempo, si abbevera alle fonti di epoche lontane. Appassionata di letteratura, riscontra nella scrittura un motore della storia. In forma di epistola, di trattato, di documento. Ne sono testimoni i libri raccolti in quantità e i suoi scritti copiosi, prodotti per divenire parte integrante delle sue opere, iscrizione di immediata evidenza oppure contenuto celato nella preziosità del mistero. I colori accendono suggestioni d'antico, tempo sommerso e ritrovato, vicende del passato che si rinnovano nel corso di umanità. Manca la figura ma si avverte la presenza di chi ha testimoniato luoghi e gesta o sentimenti e passioni. Si percepisce come evanescente incombenza, come respiro di vicinanza. 112 Cristina Galli, all'Accademia di Brera, insegna anatomia, materia di legame forte quanto la letteratura e le tecniche di incisione. Un rapporto fondato negli anni della formazione, elaborato in decine e centinaia di tavole eseguite per studio e puro piacere. Una domanda che frequentemente le viene posta sottolinea l'assenza anatomica nei suoi lavori. In realtà, benché il quesito sia all'apparenza evidente e lecito, non del tutto corrisponde al vero. Letteralmente, il termine intende lo studio della forma e della struttura di un corpo e nelle opere di Galli ogni parte, ogni porzione del complesso vive nell'equilibrio di pesi e misure, toni e rapporti. Non esiste un nervo scoperto come non si ritrova una massa amorfa. I particolari concorrono in complementarità a generare il tutto e l'armonia che ne deriva si può definire anatomia del lavoro D'altronde il suo mondo allude sempre alla vita e alla pulsazione di emotività. Anche il recupero di vecchi oggetti desueti, di cose dimenticate e apparentemente inerti, verte a rigenerare in altra forma e a restituire nuova dignità. Per questo Cristina Galli raccoglie, conserva e ammassa gli oggetti più disparati, immagini e intuizioni percepite a prima vista, istantanee del divenire nella metamorfosi della memoria. Ingombrano o allietano lo studio, dipende dall'angolo di valutazione. Rappresentano comunque un patrimonio di sensazioni iniziali e di idee maturate. Uno spartito di dialogo qualora calasse un velo di solitudine e non regnasse la consueta cordialità sorridente e calorosa. Colloquio spontaneo animato dalla fiducia verso il prossimo. Una disposizione d'animo che le permette passeggiate serali coi suoi cani nel vecchio quartiere operaio intorno a casa, che lei sente suo, ove trova radici dunque passione. Normale, dai tratti della persona, che abbia costruttivo rapporto dialettico con gli studenti, come fosse una di loro, semmai fuoricorso. Sintonizzare le frequenze non è difficile, giovano lo sguardo aperto e il sorriso di vicinanza. E se permane l'idea della nuvola, la sensazione di fantastico e di fiabesco, è un bene per tutti.
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