Mario De Leo

Mostra personale

29 maggio - 15 giugno 2008

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Mario De Leo nasce a Ruvo di Puglia (Bari), vive a Monza (Milano). Lavora a Lissone nello studio Perlarte. Negli anni '70 alterna l'attività di pittore con quella di musicista con la collaborazione del maestro Giancarlo Disnan, che si occupa degli arrangiamenti di tutte le composizioni di De Leo, eseguite sia in concerti che registrate, lavoro che permette la realizzazione del primo LP dal titolo "suonata situazione".

Oltre ai diversi premi ricevuti come cantautore nel 1980, compone la colonna sonora del film "Sole, acqua, terra, vento", della regista americana Jane R. Spaiser, prodotto dalla società "I cammelli" fondata dal regista torinese Daniele Segre. Con l'attore etnomusicologo Moni Ovadia fonda la cooperativa "l'Orchestra", attraverso la quale conosce lo studioso di musica popolare Michele Straniero, con il quale nasce lo Studio Nazionale di Musica Etnica.

Con la conoscenza del poeta e giornalista Luigi Bianco, fonda e collabora alla rivista culturale "Osaon" e in seguito al bimestrale di interscambio culturale "Harta".

De Leo usa il disegno, la scultura, la pittura come fusione delle diverse tecniche. Dalla metà degli anni '80 Carlo Cazzamali (collezionista e direttore artistico della galleria "La Pesa" di Monza) si interessa della poetica di De Leo e ne promuove le mostre personali per l'allargamento culturale del lavoro dell'artista. Nel '92 espone la sua ricerca sul cono all'istituto cubano "Luis Casas Romero", Florida. Nel '93 partecipa alla fiera internazionale di Bari, di Bologna, fiera d'arte "Decouvertes" a Parigi, fiera internazionale di Torino. Nell'anno seguente é invitato alla mostra itinerante "De Hominis Dignitate" a cura della Galleria D'Ars di Milano, iter espositivo presso la scuola "Guglielmo Marconi" di New York, il liceo italiano di Parigi, il museo della città di Mirandola e alla "Frank V. De Bellis Collection", San Francisco State University. Nel '94 partecipa, con la ricerca del circuito stampato, alla rassegna d’arte “Italian Reporter” al Metropolitan Museum di Tokio e di Kioto, in Giappone.

Nel 1995 realizza una personale alla galleria "Folini Arte Contemporanea" a Lugano (Svizzera); nello stesso periodo lavora e termina quindici tavole della "Via Crucis", commissionata dal signor Bruno Amati di Lissone, Milano.

Nel '98 realizza per l'azienda Etipack di Cinisello B. (Milano) una scultura dal titolo "Fonema futuribile"; inoltre espone per una personale al Palazzo Ducale di Revere (Mantova), la ricerca sui "punti ascensionali" nella chiesa di S. Vito a Somma Lombardo (Varese). Alcune opere dell'artista sono in esposizione permanente in alcuni musei nazionali ed internazionali, come lo "Young Museum" di Revere (Mantova), pinacoteca civica di Ruffano (Lecce), Castello di Sartirana (Pavia), museo d'arte moderna e contemporanea di Taverna (Cosenza) e al "Guang Dong Museum of Art" di Canton, Cina.

Nel 2001 è delegato ufficiale della Regione Lombardia per un convegno Internazionale in Svizzera, Cantone Sangallo.

Nel 2005 realizza la personale "Atti Iconografici", a cura di Claudio Rizzi, alla Galleria Biolchini Arte Contemporanea. Sempre nello stesso anno prende parte alla collettiva itinerante “Metafore di paesaggio”, a cura di Claudio Rizzi e Raffaele De Grada, museo Parisi Valle di Maccagno, Varese.

Nel 2006 con l’antologica “Ritorno ad Itaca” celebra il centenario della nascita del pittore conterraneo Domenico Cantatore; mostra a cura di Mariapina Mascolo e del commissario straordinario Mario Volpe, col patrocinio del comune di Ruvo di Puglia.

 

Un cantastorie che vive per l’arte

di Moni Ovadia

Quante persone possono dire di avere conosciuto un cantastorie? E quanti fra costoro possono dire di sapere riconoscere un cantastorie? Io, ritengo immodestamente di essere fra coloro che percepiscono un autentico cantastorie con il vibrante intuito di un rabdomante. Per molti anni mi sono occupato di musica tradizionale, non come studioso, ma con la passione di un viaggiatore amatoriale e il tratto ossessivo di un pusher che ha l’impellente urgenza di “spacciare” la merce che ha conosciuto ad altri perché ne possano godere. In questo senso l’incontro con Mario De Leo è stato uno dei più emozionanti della mia vita. Sentirlo cantare i suoi canti è stata un’esperienza intensa che mi ha permesso di accedere alla profondità di una cultura antica, quella della potente radice contadina del nostro migliore Sud.

Mario ha un volto singolarissimo in cui si fondono la forza del soma popolare e la bellezza di un mosaico bizantino.

La sua voce ha una pasta calda ricca di risonanze e l’insieme di melodia, ritmo e parole delle sue canzoni sono senza mediazioni arte epica del mondo contadino che si proietta all’infinito nel futuro. Da molto tempo Mario si dedica all’arte dell’immagine pittorica e io non navigo in queste acque, ogni tentativo di approccio critico in questa direzione da parte mia sarebbe goffamente inappropriato, ma ritengo che questo cantastorie che vive per l’arte meriti sicuramente l’incontro.

Pietre miliari

di Claudio Rizzi

“Contadino tecnologico” è una sua definizione. Sintesi di autoritratto. Ma dal dialogo emerge subito un acuto valore poetico. L’equazione si riassume nel concetto di “contadino” quale radicamento profondo alla terra e nell’accezione di “tecnologia” quale processo della storia.

La metafora del contadino tecnologico indica un animo nutrito di genetica ma proteso alla lettura del mondo nella dimensione di attualità.

Ripercorrere la traccia del tempo per comprendere il flusso del presente nell’incedere del futuro.

L’apparente contraddizione tra il calore dell’umanità e il freddo rigore della tecnologia si tempera in dinamica osmosi, tesa a rivendicare intelligenza e sensibilità, a ricondurre la paternità della scoperta scientifica all’emotività volitiva della conoscenza.

Ripercorrere il valore poetico insito nella cosa, nella realtà come nella proiezione intellettuale, è imperativo morale nel percorso di Mario De Leo.

È il filo logico che intreccia la sua vita e lo conduce  dai primi passi al domani.

Dall’abbandono della sua terra, di argilla dorata e ulivi silenti, di muri di pietra e brani d’antico, sino alla fabbrica, nel precario equilibrio tra produttività d’impresa e improduttività esistenziale. Dalla ripresa della tradizione musicale di una regione ricca di civiltà alla rivitalizzazione dei valori etnici nell’epoca della contaminazione globale. Dal tuffo nel passato con il ritratto dell’uomo primordiale, intitolato “figura amazzonica” ma simbolicamente universale, alla testimonianza del tempo nella interpretazione dell’era informatica e delle mutazioni di linguaggio.

Anche i racconti di De Leo, espressione spontanea in libertà di dialogo, testimoniano recupero e tutela di verità sopite, di memorie apparentemente anacronistiche eppure nitide come pietre miliari nel corso della storia.

L‘uomo è al centro dell’attenzione di De Leo, nella traccia scritta, nel lascito culturale, nella voce che ha nutrito la tradizione nei secoli.

I segni incisi nella sua pittura sono segnali del passaggio e della presenza umana, lapidi, iscrizioni, moniti. Sono scrittura antica e criptata, antesignana dei sistemi informatici. Sono tavole della legge e codici di civiltà che accorpano millenni di storia.

Documento di comunicazione e attestato di incomunicabilità. Come si riscontra nella realtà e nel tempo, nelle pagine del mondo, dall’origine dell’attualità.

Talvolta nel tessuto scritto ricompare una figura primordiale, affiora come negazione di qualsiasi cambiamento, come dire che nonostante tutto è tutto uguale, nei diritti e nel sopruso, nelle attese e nel diniego. Come dare voce a quel motto saggio e antico che dice che il mondo cambia ma non cambia l’uomo.

Eppure Mario De Leo ancora crede e ancora cerca l’uomo. Vive la propria fede e la documenta nel lavoro, che diviene scelta e motivo di vita.

Le sue tavole di scrittura divengono offerta della parola, del dialogo, così come le sue canzoni, interpretate o composte, sono invito all’aggregazione, al colloquio, alla partecipazione a quelle note che dalla chitarra risuonano alle corde dell’animo.

La lettura del tempo svela radici comuni e De Leo propone una decodificazione delle sue tavole per incontrarsi, bene plurale e collettivo, nei valori di umanità, diffusi in parte e in parte potenziali come la metà del cervello che poco conosciamo.

Il linguaggio, nel rispetto della singola libertà di intendimento, è pacato e civile: nessuna imposizione, nessuna irruenza, anzi un candore espressivo di ritmo e di garbo, di misura e delicatezza compositiva. Una proposta, un invito affidato alla dignità poetica, una voce e mai un grido.

L’intonazione era più perentoria in altro tempo, quando età e fulgore della scoperta prevalevano sulla razionalità d’analisi. Un’impostazione quasi surrealista induceva alla trasfigurazione di strumenti in disuso e alla personificazione di nuove entità.

Non era diverso il panorama: pur sempre si trattava di recupero e rilettura di un passato, remoto o prossimo che fosse, tramutando un oggetto in immediatezza di immagine. Un’azione più emotiva, più scenica dell’attuale operare, necessaria tuttavia a definire una meta e tracciarne il percorso.

Il relitto, il rottame, la cosa abbandonata, quasi offesa nella nullità dello scarto, veniva invece restituita a identità, proclamata a nuova vita, metafora della riconversione energetica e dell’utilità del passato. Ulteriore motivo conduttore nel lavoro di De Leo, radicato nell’interpretazione di esperienza e insegnamento, di tradizione e origine, fonti primarie della consequenzialità che determina il progresso.

Era espressione di tono anche ludico, si nutriva di citazione e provocazione, palpitava di memoria dadaista, liberando il gesto e manifestando il gusto della fisicità. Talune opere venivano poi chiuse in teche e contenitori, quasi reperti provenienti dal futuro, immaginazione e premonizione di ciclicità ineludibile.

Folgorazioni di immediatezza che maturando nel tempo hanno creato luogo di riflessione e favorito una trattazione letteraria, poetica, supportata da maggiore stesura pittorica.

Ora, nella campitura di materia stratificata, nella declinazione del colore come suggestione del tempo, la pittura si distende ad accogliere segni, innesti, presenze estranee che divengono spartito di unicità. L’elettrodo si fonde con il graffito, il mezzo con il fine, lo strumento con la parola.

Per sintetizzare alfine un testo che risuona come sinfonia e proietta dalla coralità il sentimento.

Mostre personali

1987 "Le radici italiane dell'arte internazionale", percorso antologico a cura di Luigi Bianco, Galleria Osaon, Milano.

1991 "Proposte Contemporanee", Castello di Sartirana, Pavia.

1992 "Impathos", col patrocinio dell'assessorato

alla cultura, Villa Ghirlanda Cinisello Balsamo, Milano.

1992 "Verticalità e cursori conici", Castello di Sartirana, Pavia.

1992 "Sogni sorgivi", a cura di Riccardo Barletta, Galleria La Pesa, Monza (Mi).

1993 "Sogni sorgivi, 2" Galleria Rino Costa, Casale Monferrato, Alessandria (TO).

1993 "Privilegi della spiritualità", Monza (Mi).

1994 "Quando i tempi della vita sono lo spazio dell'arte", Palazzo Vittorio Veneto, col patrocinio del Comune di Lissone (Mi).

1995 Galleria BSMD-Art, Parigi.

1995 "Percorso nel sogno della poiesis", (antologia) Palazzo Vittorio Veneto, col patrocinio del Comune di Lissone   (Mi).

1995 "Euritmie", Galleria Artestudio a cura di Francesca Alfano Miglietti, Milano.

1995 "Tandem", Galleria EOS Arte Contemporanea, Lugano.

1996 "Tandem", Galleria Rota, Bergamo.

1997 "Figure Amazzoniche", Galerie BSMD a cura di Christian Germack, Parigi.

1998 "Arte e Spiritualità", chiesa di S. Vito, Somma Lombardo, Varese.

1999 "Punti ascensionali", Galleria Rota a cura di Marina De Stasio, Bergamo.

2000 "Contadino telematico", Spazio Espositivo Fabbrica Eos, a cura di Flaminio Gualdoni, Milano.

2002 "Messaggeri per le nozze ambientali", Studio Perlarte, Lissone, Milano.

2003 "Alfabeti atemporali", Spazio Santa Barbara, Milano.

2003 "Corpocircuito", Associazione Sassetti Cultura, Milano.

2004 "Circuito Umanesimo Rinascimento", Haven Gallery, Milano.

2005 "Atti Iconografici", a cura di Claudio Rizzi, Galleria Biolchini Arte Contemporanea.

2005  “Metafore di paesaggio” , mostra itinerante a cura di Claudio Rizzi e Raffaele De Grada, museo Parisi Valle  di Maccagno, Varese.

2005  “Metafore di paesaggio”, Museo Civico degli Ippoliti di Maccagno, Varese.

2006  “Ritorno a Itaca”, antologica in occasione del centenario della nascita del pittore Domenico Cantatore, a cura                    di Mariapina Mascolo e Mario Volpe, col patrocinio del comune di Ruvo di Puglia.


Mostre collettive

1984 Ipo/tesi, Galleria Open Art, a cura di Luigi Bianco, Milano.

1985 Aspettando Pasolini, presso Mondo Nuovo, a cura di Luigi Bianco, col patrocinio del Comune di Milano.

1987 "Nel Modo amodale", Galleria Osaon, Milano.

88/89 "Possibili oggetti del necessario", Comune di San. Benedetto Po, assessorato alla cultura, C.L.E.B. Gallery, col patrocinio della provincia di Mantova e Regione Lombardia, a cura di Vittorio Erlindo, sedi espositive: San Benedetto Po, San Donà del Piave, Palazzo Rosari Spada Spoleto.

1988 "Impercorsi", Galleria Multiart, Milano.

1988 "Assieme poetico", Galleria Osaon, Milano.

1989 "Generazione a confronto", Galleria La Pesa Monza.

1989 "Cromatismi poetici", Galleria La Pesa, Monza. 1989 "XXIX Premio Suzzara", a cura di R. Barilli, F. Caroli, R. De Grada, Suzzara (Mn).

1990 "Arte in divenire", una proposta Sinergesta, centro culturale Bloom Mezzago (Mi).

1990 "Castellinarte", a cura Harambe Arte, col patrocinio dei comuni di Asti, Cortenze, Costigliole - Asti.

1990 "Differenti Sensazioni 7", Festival Nazionale delle Arti, a cura dello StalcherTeatro, col patrocinio del comune di Torino, assessorato alla cultura di Grugliasco, Torino.

1990 Opere in permanenza nello spazio espositivo "Arte";Anversa (Belgio).

1990 C.L.E.B. Gallery, San Benedetto Po, a cura di Vittorio Erlindo, Mantova.

1990 "Mostra indipendente A", una proposta H: Orarte, a cura di Isa Ghianda e Alfredo Vergani, Lissone (Mi).

1991 "Privilegi della Spiritualità", una proposta H: Orarte, a cura di Luigi Bianco, col patrocinio dell'assessorato alla cultura e musei civici di Monza. 1991 "XXXI Premio Suzzara", a cura di Franco Farina, Vittorio Erlindo.Alberto Lui, presso la Galleria Civica d'Arte Moderna di Suzzara (M n).

1991 "Quattro presenze", Galleria La Pesa, Monza (Mi).

1991 "Bidart", IV rassegna d'arte contemporanea Bergamo.

1991 "Nuova brerarte, per incanto un'asta diversa", a cura di Giorgio Cavaciutti, Gigliola Ravasino, Bianca Tosatti, Milano.

1992 "Italian Reporter", rassegna d'arte italiana in Giappone, a cura di Shozo Shimamoto e Ruggero Maggi, presso il Metropolitan Museum di Tokyo,Art Space Nishinomya e il Sity Museum di Kioto.

1992 "Messaggio terra 92, l'età della plastica", archeologia del futuro, a cura di Paolo Barrile, Galleria Fridemann Guterssleh, Germania.

1992 Artisti italiani presso l'istituto Cubano Luis Cases Romero, città di Florida a cura di Giuseppe Viola.

1992 "Bidart" Sta rassegna d'arte contemporanea Bergamo.

1993 "I Medicanti" Palazzo Vittorio Veneto, Lissone.

1994 Arte fiera di Bologna, galleria Rino Costa, Casale Monferrato (AI).

1994 Foire d'art "Decouvertes", Parigi - galleria Rino Costa, Casale Monferrato (AI).

1994 Arte fiera di Bari, galleria Rino Costa, Casale Monferrato (AI).

1994 Arte fiera di Pordenone, galleria Rino Costa, Casa le Monferrato (AI).

1994 "Artjonction Cannes 94" galleria Rino Costa, Casale Monferrato (AI).

1994 "Chandelle Verte", rassegna sulla patafisica galleria arte studio, Milano.

1994 "De Ominis Dignitate" galleria d'ars, a cura di Michaele Caldarelli. Mostra itinerante sul pensiero di Pico della Mirandola presso la galleria d'ars di Milano, scuola Guglielmo Marconi di New York, città di Mirandola e liceo italiano di Parigi.

1994 Fiera d'arte "Artissima", Lingotto Torino, galleria Rino Costa, Casale Monferrato (AI)

1994 Galleria B.S.M.D art, Parigi.

1994 Galleria Rota, San Pellegrino (Bg).

1995 Arte Fiera di Bologna Galleria E.O.S.-Milano.

1996 Collection "Dalla figura alle energie" Palazzo Ducale-Revere (Mn), a cura di Nicola Dimitri

1996 "Duelart", Villa Borromeo, Cassano d'Adda (Milano), ! a cura di G. Pedrazzini-Galieria E.O.S.-Milano. I

1997 "Arte e tecnologia" Ipack-Ima, a cura di Gianni Valentino - Milano.

1997 "Tendenze a confronto", Villa Tittoni Traversi, Desio, a cura di Arturo Donadoni.

1998 "Candles Without", Galleria E.O.S.-Milano, a cura di G. Pedrazzini.

1999 "La porta d'Oriente", Pinacoteca d'arte contemporanea Ruffano (Le), a cura di C. Franza.

1999 "Italian memory" Yung museum presso il Guang Dong Museum of art di Canton China. A cura di Enzo Cannaviello,

Nicola Dimitri e Sara Fontana.

1999 "Venezia Arte", Bacino di Marittima, fiera d'arte contemporanea, a cura di N. Dimitri.

2000 "Tradizione e Palcoscenico", museo d'arte moderna Gazoldo degli Ippoliti (Mn), a cura di Claudio Rizzi.

2000 "Immagine Imballaggio", arte, design e tecnologia, a cura di M. Meneguzzo.

2000 "Arte come comunicazione di vita", Rotary Club, Milano Scala, a cura di L. Caramel Pierrè Restany e Vittorio Sgarbi, Milano.

2001 "Art Wave", fiera di Rimini a cura di Etipack-art e Galleria Peccolo di Livorno.

2002 "Cieli di terra", Museo Archeologico, Lamezia Terme e Museo Civico di Taverna, a cura di Teodolinda Coltellaro.

2002 "Pàginas desde Lombardìa un Museo de arte contemporàneo", Castell de Benedormiens CasteIl d'Aro, Girona, Spagna.

2003 "Terza Biennale libro d'artista", città di Cassino.

2003 "Le", Gabbielibertà, Spazio Santa barbara, Milano.

2003 Progetto Caloriferi d'Arte per la Brem Osio Sotto (Bg).