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Sebastian Matta E. Tadini, L’ultima pittura di Matta, in “Successo”, febbraio 1963, a. V, n. 2, pag. 130 |
Roberto Sebastian Matta, uno dei più validi rappresentanti della attuale pittura impegnata – al di là di ogni astrazione – in una figurazione della realtà tanto ampia e sensibile da interpretarne anche la complessità più intima, ha dipinto lo scorso anno una serie di quadri che si staccano nettamente dalla sua produzione precedente. Alcuni di questi quadri sono stati esposti alla Galleria Schwarz, a Milano. Senza dubbio Matta è stato influenzato, nel suo ultimo lavoro, dalle suggestioni di certe materie molto usate da alcuni pittori romani. Allo spazio aereo e trasparente sul quale si incidevano le forme movimentate, quasi febbrili dei suoi personaggi, Matta ha sostituito in queste opere un fondo compatto e scabro, ottenuto con impasti di sabbie colorate, e vi ha tracciato sopra una serie di profili sommari e rigidamente conclusi. È abbastanza evidente che Matta ha voluto rischiare una svolta decisiva – sotto certi aspetti una vera automortificaazione – per superare il pericolo di una stativa ripetizione della sua maniera precedente, svolgendo la quale, negli ultimi tempi, egli aveva prodotto un numero di pere forse troppo abbondante perché potesse sussistere una precisa ragione espressiva. E bisogna riconoscere il coraggio con cui ha saputo intraprendere un’esperienza tanto diversa. Ma va anche osservato che in queste opere recentissime Matta non ha forse sacrificato soltanto le sue doti pittoriche più naturali – quella animosità istintiva del segno, quella capacità di incarnare sempre ogni concetto – ma ha anche impostato una soluzione piuttosto esteriore del suo racconto. Il rapporto tra la figura e lo spazio è stato eccessivamente semplificato in una collocazione neutra e scarsamente significativa della figura sullo sfondo. E anche le figure hanno perso quella vitalità complessa e vibrante che lo sosteneva: tanto che Matta, forse sena rendersene conto, ha dovuto ricorrere anche a moduli non suoi e si è servito sovente dello spigliato impianto decorativo di certi disegni di Picasso. Tutti questi appunti, naturalmente, vanno inquadrati nella valutazione altamente positiva che non si può non fare dell’opera di un pittore quale è Matta. Ed è per questa ragione che da lui ci si deve aspettare nuove opere capaci di dissipare tutti i dubbi che può aver suscitato questo episodio del suo lavoro. |