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SPAZIO TADINI, Via Jommelli 24 - 20131 Milano - Tel. 02. 26 82 97 49 - [email protected]; [email protected]; [email protected]

ORARIO APERTURA MOSTRE: dal martedě al sabato 15:30-19 In occasione di eventi serali fino alle 22:30

    







Galleria Fotografica
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Artisti Permanenti
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PROSSIME INAUGURAZIONI - mercoledě 21 settembre ore 18:30

PIO TARANTINI IMAGO. Mostra Fotografica
Dal 21 settembre al 14 ottobre 2011

Con questo lavoro, “Imago”, Pio Tarantini scrive il capitolo piů recente di una ricerca artistica dal percorso quasi circolare, cominciato sin dagli anni settanta, quando realizza i suoi primi studi, in bianco e nero, sulla figura umana ripresa con il “mosso” fotografico che ne accentua la precarietŕ della visione. Influenzato in quel periodo della sua giovinezza dalla drammaticitŕ della pittura visionaria e altissima di Francis Bacon, coltiverŕ sempre una predilezione per la figura umana “mossa”, presente in molti suoi lavori nell’arco di piů di trent’anni di ricerca.
L’uomo sul palcoscenico del mondo, in questa chiave visionaria e precaria, trova quindi spazio e sintesi in molte opere di Tarantini presenti e caratterizzanti suoi progetti espositivi ed editoriali precedenti: da “Il passato e i Pensieri” (1985) a “Studi sul mosso” (2002), a “L’ombra del vero” (2003) fino a “Scenari” (2006).
In questa esposizione presso lo Spazio Tadini di Milano Tarantini presenta una selezione di opere, in gran parte realizzate negli ultimi anni, divisa in due gruppi principali: da una parte opere della sua ricerca sulla figura umana che diventa protagonista assoluta, scandagliata, scomposta, “traccia” di vita in contesti minimali, quasi astratti; e dall’altra opere in cui la traccia della figura umana č inserita all’interno di un discorso visivo piů vasto e contestualizzato, dove il paesaggio o l’ambiente rivestono un ruolo importante.
Le figure lasciano una traccia riconoscibile e nello stesso tempo sfuggente, complessa, quasi a sottolineare una dilatazione del tempo, il contrario della “cristallizzazione” tipica della fotografia. Tarantini fotografa la vita che passa: “Tutto scorre” (le figure mosse) e, nello stesso tempo “Tutto č” (i pochi elementi fissi di contesto).
IN CORSO
MOSTRE FUORI SEDE

MOSTRA
PRESSO LE SALE VIP DELL'AEROPORTO DI MALPENSA PROSEGUONO LE MOSTRE DI SPAZIO TADINI. A luglio č stata inaugurata una nuova sala CLAMENTI con  una collettiva.



FINO AL 30 SETTEMBRE presso le sale Vip Pergolesi e Monteverdi saranno esposte le opere di: PAOLO VALLE E GIORDANO MORGANTI; nella sala CLEMENTI le opere di: Gianfranco Testagrossa, Silvia Battisti, Paolo Basevi, Gabriele Poli, Pilar Dominguez, Francesca Magro, Giovanna Pesenti, José Molina, Lorenzo Piemonti, Dario Zaffaroni

MOSTRE IN SEDE

MOSTRA DI GIOIELLI di EDITH LAURE ROSTKOWSKI
IN ESCLUSIVA A SPAZIO TADINI



MOSTRA PERSONALE
LETTERE A UN AMICO di MARIO DE LEO
Opere su carta

Dal 16 giugno al 29 luglio 2011

Mario De Leo torna a Spazio Tadini, al termine di una mostra personale al Museo di Lissone dove ha esposto un’antologica. L’artista ha sviluppato un linguaggio pittorico molto personale in cui utilizza segni e frammenti di circuiti elettrici come segni di un “linguaggio cosmico”. E’ in quest’ottica che nasce il suo lavoro su carta, Lettere a un amico. Una serie di “Lettere cosmiche”, cosě come le definisce l’artista stesso, rivolte a una persona a lui cara. Ogni opera č una lettera, un invito al dialogo, un racconto, una scoperta, un viaggio attraverso la lettura di simboli che l’artista individua ed elegge universali. Lo spazio, il tempo, il suono, la tecnologia, sono elementi importanti della ricerca artistica di Mario De Leo. Infatti, propone la raffigurazione di un universo nuovo, un cosmo in cui l’individuo si muove alla scoperta del futuro, all’invenzione di nuovi linguaggi, alla cattura di nuove emozioni. Il cono č un’immagine ricorrente dei suoi lavori. Si tratta di un simbolo sia maschile che femminile. Nel linguaggio alchemico questa “figura solida” simboleggia l’oro e il sole. Nei lavori di De Leo il cono si presenta dunque come una sorta di fulcro dell’universo, capace di convogliare e raccogliere, di diffondere e amplificare i suoni, quanto minuscoli oggetti o semi da spargere e raccogliere nello spazio cosmico.

Le opere di De Leo sono la rappresentazione di un’armonia ritrovata, o mai persa, di un equilibrio tra l’uomo e l’universo che sembra sempre possibile perché c’č comunicazione, c’č ascolto, c’č l’accoglienza. La tecnologia č solo lo strumento indispensabile perché l’uomo possa entrare in relazione con il mondo, trarne benefici e progettare il suo futuro. Il tutto in un’atmosfera in cui regna l’armonia, l’equilibrio sia quando c’č silenzio che quando c’e musica.

In Lettere a un amico, le carte sono dei messaggi intrisi di quiete, sono l’espressione di un’armonia ritrovata o suggerita. Qua e lŕ si intravvede una frammento di circuito elettrico come una nota, un cono come un segno algebrico per ricordare forse che la bellezza c’č nella scoperta di un equilibrio tra l’uomo e l’universo da scoprire senza urla e senza frenesie, ma dentro se stessi predisponendosi semplicemente all’ascolto magari con un piccolo cono.

Melina Scalise

MARIO DE LEO BLOG

BREVE BIOGRAFIA

Mario De Leo é nato a Ruvo di Puglia il 16.11.1944. Vive a Monza. Negli anni '70 si é affermato come uno dei piů genuini cantautori italiani (invitato piů volte al Club Tenco di San Remo ).
Negli anni '80 ha sempre piů approfondito una ricerca pittorica tra espansioni segniche-surreali-cosmiche ed interferenze di materiali tecnologici essenzialmente di recupero.
Dopo varie collettive ha allestito la sua prima personale a Milano, nell'87 (galleria OSAON) ed é stato poi invitato ad importanti rassegne nazionali ed internazionali come il Premio Suzzara, "Oggetti del necessario" (Spoleto), "Italian Reporter'" (Metropolitan Museum di Tokyo) , "De Hominis Dignitate ", una mostra itinerante sul pensiero filosofico di PICO DELLA MIRANDOLA a New York, Parigi e cittŕ di Mirandola.
Alcune opere dell’artista sono in esposizione permanente presso alcuni musei nazionali ed internazionali, come Young Museum di Revere (Mantova), la pinacoteca civica di Ruffano (Lecce), il Castello di Sartirana (opera acquista su segnalazione del maestro Arnaldo Pomodoro- Pavia), il Museo d’arte moderna e contemporanea di Taverna (Catanzaro) e il Guang Dong Museum of Art di Canton Cina.
Ha esposto a Spazio Tadini nel 2009 e quest’anno ha appena terminato la mostra al Museo di Lissone.


COLLETTIVA
I MURI DOPO BERLINO SI CHIAMANO FRONTIERE
piů di 80 artisti
Dal 16 giugno al 29 luglio 2011
LA MOSTRA LA CUI PRIMA TAPPA E' STATA NEL 2009 A SPAZIO TADINI,  E' POI ANDATA A VALONA E A COLOGNO MONZESE



Spazio Tadini nel 2009 aveva organizzato, in occasione del Ventennale dalla caduta del muro di Berlino, una mostra collettiva itinerante chiedendo agli artisti, diventati piů di 80 di esprimere quali fossero i nuovi “muri” da abbattere. Oggi, a due anni da quella mostra la ripropone con gli artisti che si sono aggiunti, i quali, avevano giŕ previsto il problema sociale, politico ed economico del momento: l’immigrazione e i suoi retroscena. Un’occasione per porre l’attenzione sui problemi d’integrazione socio-culturale a Spazio Tadini con eventi, dibattiti, spettacoli.

In mostra anche un pezzo originale del muro di Berlino gentile concessione del mercante d'arte Pierre Kaloussian Velissiotis che lo ha titolato " Lo sguardo della speranza".

L’Italia, negli ultimi mesi, č diventata terra d’approdo di migliaia di persone, provenienti da Paesi poveri e in guerra, in cerca di una vita migliore. Loro, quelli che arrivano, sono i profughi, i disperati, noi, quelli che accogliamo e soccorriamo, la “breccia” nel muro dell’Europa. Noi siamo: la spiaggia, l’ultima, la frontiera, la prima, la speranza, sempreverde, il lavoro, nero, il diritto, violato, cercato, preteso, esteso, difeso. La Francia č arrivata a chiedere il blocco dei treni dall’Italia e il nostro Paese si ritrova con “gli ultimi” e come gli ultimi, fuori dalla porta. Mentre il Mar Mediterraneo č diventato il cimitero di centinaia di disperati.

Noi italiani, che siamo migrati in tutto il mondo e oggi siamo diventati gli ospiti, i guardiani della porta d’ingresso dei “Paesi sviluppati” . Il nostro confine č l’accesso al mondo occidentale, che tanto deve, per le sue ricchezze, ai Paesi oltre frontiera. Purtroppo, perň, ancora tanti non sono pronti a “condividere” ad accogliere a “offrire”. Noi non possiamo fare i “parcheggiatori” e basta, memori del nostro passato e semplicemente della posizione che, nostro malgrado, abbiamo nel Mediterraneo, dobbiamo occuparci del problema migrazione. Dobbiamo proporre delle prospettive, dobbiamo farci “portavoci” dei “diritti degli ultimi”. Negli anni Ottanta il mondo si divideva in Paesi “paesi sviluppati”, “paesi in via di sviluppo” e “paesi poveri”. Una proporzione 2 a 1 che prima o poi avrebbe spinto al cambiamento, alla rivoluzione. Ma la distribuzione delle ricchezze č un dovere? Questo č un interrogativo a cui dobbiamo dare delle risposte perché viviamo in un’era globale, dove la questione dei muri e delle frontiere assume connotati nuovi.

Spazio Tadini, attraverso questa iniziativa vuole stimolare l’attenzione sul problema, tra l’altro proprio a Milano, dove nella spietata campagna elettorale tra centrodestra e centrosinistra, si č scelto come ago della bilancia anche la realizzazione della moschea e del centro culturale islamico.
La mostra sarŕ accompagnata dall’apertura di un blog sul tema migrazione per stimolare dibattiti, osservazioni, riflessioni.

CALENDARIO EVENTI CORRELATI
16 GIUGNO - Inaugurazione mostra I MURI DOPO BERLINO (nel 2010 tappa in Albania a Valona con Promenade Gallery e a Cologno Monzese con Associazione Amici dell’Arte).
21 GIUGNO- Punti di Vista progetto di Modou Gueye - la breccia nel muro con speaker corner.
22 GIUGNO - Spettacolo “l’Africa racconta” di e con Modou Gueye
27 GIUGNO - presentazione ufficiale a Milano della Carta Internazionale per i diritti dei migranti a cura di Stefania Ragus . Giŕ nel marzo 2010 Spazio Tadini aveva ospitato la presentazione dell’iniziativa “Primo marzo 2010: un giorno senza immigrati” (il manifesto era realizzato con opere dell’artista Cassibba, che ha derito alla mostra I muri dopo Berlino)
29-30 GIUGNO - HARIHARA spettacolo di teatro danza classico indiano (bharatanatyam) di e con Lucrezia Maniscotti member of Abhai (Association of bharatanatyam artist of India), recipient of Milap Fest travelling fellowship 20010.

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