PROSSIME INAUGURAZIONI - mercoledě 21 settembre ore 18:30
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PIO TARANTINI IMAGO. Mostra Fotografica
Dal
21 settembre al 14 ottobre 2011
Con
questo lavoro, “Imago”, Pio Tarantini scrive il capitolo piů
recente di una ricerca artistica dal percorso quasi circolare,
cominciato sin dagli anni settanta, quando realizza i suoi primi
studi, in bianco e nero, sulla figura umana ripresa con il “mosso”
fotografico che ne accentua la precarietŕ della visione. Influenzato
in quel periodo della sua giovinezza dalla drammaticitŕ della
pittura visionaria e altissima di Francis Bacon, coltiverŕ sempre
una predilezione per la figura umana “mossa”, presente in molti
suoi lavori nell’arco di piů di trent’anni di ricerca.
L’uomo sul
palcoscenico del mondo, in questa chiave visionaria e precaria, trova
quindi spazio e sintesi in molte opere di Tarantini presenti e
caratterizzanti suoi progetti espositivi ed editoriali precedenti: da
“Il passato e i Pensieri” (1985) a “Studi sul mosso” (2002),
a “L’ombra del vero” (2003) fino a “Scenari” (2006).
In
questa esposizione presso lo Spazio Tadini di Milano Tarantini
presenta una selezione di opere, in gran parte realizzate negli
ultimi anni, divisa in due gruppi principali: da una parte opere
della sua ricerca sulla figura umana che diventa protagonista
assoluta, scandagliata, scomposta, “traccia” di vita in contesti
minimali, quasi astratti; e dall’altra opere in cui la traccia
della figura umana č inserita all’interno di un discorso visivo
piů vasto e contestualizzato, dove il paesaggio o l’ambiente
rivestono un ruolo importante.
Le figure
lasciano una traccia riconoscibile e nello stesso tempo sfuggente,
complessa, quasi a sottolineare una dilatazione del tempo, il
contrario della “cristallizzazione” tipica della fotografia.
Tarantini fotografa la vita che passa: “Tutto scorre” (le figure
mosse) e, nello stesso tempo “Tutto č” (i pochi elementi fissi
di contesto).
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MOSTRA DI GIOIELLI di EDITH LAURE ROSTKOWSKI
IN ESCLUSIVA A SPAZIO TADINI
MOSTRA PERSONALE
LETTERE A UN AMICO di MARIO DE LEO
Opere su carta
Dal 16 giugno al 29 luglio 2011
Mario De Leo torna a Spazio Tadini, al
termine di una mostra personale al Museo di Lissone dove ha esposto
un’antologica. L’artista ha sviluppato un linguaggio pittorico
molto personale in cui utilizza segni e frammenti di circuiti
elettrici come segni di un “linguaggio cosmico”. E’ in
quest’ottica che nasce il suo lavoro su carta, Lettere a un amico.
Una serie di “Lettere cosmiche”, cosě come le definisce
l’artista stesso, rivolte a una persona a lui cara. Ogni opera č
una lettera, un invito al dialogo, un racconto, una scoperta, un
viaggio attraverso la lettura di simboli che l’artista individua ed
elegge universali. Lo spazio, il tempo, il suono, la tecnologia, sono
elementi importanti della ricerca artistica di Mario De Leo. Infatti,
propone la raffigurazione di un universo nuovo, un cosmo in cui
l’individuo si muove alla scoperta del futuro, all’invenzione di
nuovi linguaggi, alla cattura di nuove emozioni. Il cono č
un’immagine ricorrente dei suoi lavori. Si tratta di un simbolo sia
maschile che femminile. Nel linguaggio alchemico questa “figura
solida” simboleggia l’oro e il sole. Nei lavori di De Leo il cono
si presenta dunque come una sorta di fulcro dell’universo, capace
di convogliare e raccogliere, di diffondere e amplificare i suoni,
quanto minuscoli oggetti o semi da spargere e raccogliere nello
spazio cosmico.
Le opere di De Leo sono la
rappresentazione di un’armonia ritrovata, o mai persa, di un
equilibrio tra l’uomo e l’universo che sembra sempre possibile
perché c’č comunicazione, c’č ascolto, c’č l’accoglienza.
La tecnologia č solo lo strumento indispensabile perché l’uomo
possa entrare in relazione con il mondo, trarne benefici e progettare
il suo futuro. Il tutto in un’atmosfera in cui regna l’armonia,
l’equilibrio sia quando c’č silenzio che quando c’e musica.
In Lettere a un amico, le carte sono
dei messaggi intrisi di quiete, sono l’espressione di un’armonia
ritrovata o suggerita. Qua e lŕ si intravvede una frammento di
circuito elettrico come una nota, un cono come un segno algebrico per
ricordare forse che la bellezza c’č nella scoperta di un
equilibrio tra l’uomo e l’universo da scoprire senza urla e senza
frenesie, ma dentro se stessi predisponendosi semplicemente
all’ascolto magari con un piccolo cono.
Melina Scalise
MARIO DE LEO BLOG
BREVE BIOGRAFIA
Mario De Leo é nato a Ruvo di Puglia il 16.11.1944.
Vive a Monza. Negli anni '70 si é affermato come uno dei piů
genuini cantautori italiani (invitato piů volte al Club Tenco di San
Remo ).
Negli anni '80 ha sempre piů approfondito una
ricerca pittorica tra espansioni segniche-surreali-cosmiche ed
interferenze di materiali tecnologici essenzialmente di recupero.
Dopo varie collettive ha allestito la sua prima
personale a Milano, nell'87 (galleria OSAON) ed é stato poi invitato
ad importanti rassegne nazionali ed internazionali come il Premio
Suzzara, "Oggetti del necessario" (Spoleto), "Italian
Reporter'" (Metropolitan Museum di Tokyo) , "De Hominis
Dignitate ", una mostra itinerante sul pensiero filosofico di
PICO DELLA MIRANDOLA a New York, Parigi e cittŕ di Mirandola.
Alcune opere dell’artista sono in esposizione
permanente presso alcuni musei nazionali ed internazionali, come
Young Museum di Revere (Mantova), la pinacoteca civica di Ruffano
(Lecce), il Castello di Sartirana (opera acquista su segnalazione del
maestro Arnaldo Pomodoro- Pavia), il Museo d’arte moderna e
contemporanea di Taverna (Catanzaro) e il Guang Dong Museum of Art di
Canton Cina.
Ha esposto a Spazio Tadini nel 2009 e quest’anno
ha appena terminato la mostra al Museo di Lissone.
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COLLETTIVA
I MURI DOPO BERLINO SI CHIAMANO FRONTIERE
piů di 80 artisti
Dal 16 giugno al 29 luglio 2011
LA MOSTRA LA CUI PRIMA TAPPA E' STATA NEL 2009 A SPAZIO TADINI, E' POI ANDATA A VALONA E A COLOGNO MONZESE
Spazio
Tadini nel 2009 aveva organizzato, in occasione del Ventennale dalla
caduta del muro di Berlino, una mostra collettiva itinerante
chiedendo agli artisti, diventati piů di 80 di esprimere quali
fossero i nuovi “muri” da abbattere. Oggi, a due anni da quella
mostra la ripropone con gli artisti che si sono aggiunti, i quali,
avevano giŕ previsto il problema sociale, politico ed economico del
momento: l’immigrazione e i suoi retroscena. Un’occasione per
porre l’attenzione sui problemi d’integrazione socio-culturale a
Spazio Tadini con eventi, dibattiti, spettacoli.
In
mostra anche un pezzo originale del muro di Berlino gentile
concessione del mercante d'arte Pierre Kaloussian Velissiotis che lo
ha titolato " Lo sguardo della speranza".
L’Italia,
negli ultimi mesi, č diventata terra d’approdo di migliaia di
persone, provenienti da Paesi poveri e in guerra, in cerca di una
vita migliore. Loro, quelli che arrivano, sono i profughi, i
disperati, noi, quelli che accogliamo e soccorriamo, la “breccia”
nel muro dell’Europa. Noi siamo: la spiaggia, l’ultima, la
frontiera, la prima, la speranza, sempreverde, il lavoro, nero, il
diritto, violato, cercato, preteso, esteso, difeso. La Francia č
arrivata a chiedere il blocco dei treni dall’Italia e il nostro
Paese si ritrova con “gli ultimi” e come gli ultimi, fuori dalla
porta. Mentre il Mar Mediterraneo č diventato il cimitero di
centinaia di disperati.
Noi
italiani, che siamo migrati in tutto il mondo e oggi siamo diventati
gli ospiti, i guardiani della porta d’ingresso dei “Paesi
sviluppati” . Il nostro confine č l’accesso al mondo
occidentale, che tanto deve, per le sue ricchezze, ai Paesi oltre
frontiera. Purtroppo, perň, ancora tanti non sono pronti a
“condividere” ad accogliere a “offrire”. Noi non possiamo
fare i “parcheggiatori” e basta, memori del nostro passato e
semplicemente della posizione che, nostro malgrado, abbiamo nel
Mediterraneo, dobbiamo occuparci del problema migrazione. Dobbiamo
proporre delle prospettive, dobbiamo farci “portavoci” dei
“diritti degli ultimi”. Negli anni Ottanta il mondo si divideva
in Paesi “paesi sviluppati”, “paesi in via di sviluppo” e
“paesi poveri”. Una proporzione 2 a 1 che prima o poi avrebbe
spinto al cambiamento, alla rivoluzione. Ma la distribuzione delle
ricchezze č un dovere? Questo č un interrogativo a cui dobbiamo
dare delle risposte perché viviamo in un’era globale, dove la
questione dei muri e delle frontiere assume connotati nuovi.
Spazio
Tadini, attraverso questa iniziativa vuole stimolare l’attenzione
sul problema, tra l’altro proprio a Milano, dove nella spietata
campagna elettorale tra centrodestra e centrosinistra, si č scelto
come ago della bilancia anche la realizzazione della moschea e del
centro culturale islamico.
La
mostra sarŕ accompagnata dall’apertura di un blog sul tema
migrazione per stimolare dibattiti, osservazioni, riflessioni.
CALENDARIO
EVENTI CORRELATI
16
GIUGNO - Inaugurazione mostra I MURI DOPO BERLINO (nel 2010 tappa
in Albania a Valona con Promenade Gallery e a Cologno Monzese con
Associazione Amici dell’Arte).
21
GIUGNO- Punti di Vista progetto di Modou
Gueye - la breccia nel muro con speaker corner.
22
GIUGNO - Spettacolo “l’Africa racconta” di e con Modou Gueye
27
GIUGNO - presentazione ufficiale a Milano della Carta Internazionale
per i diritti dei migranti a cura di Stefania Ragus . Giŕ nel
marzo 2010 Spazio Tadini aveva ospitato la presentazione
dell’iniziativa “Primo marzo 2010: un giorno senza immigrati”
(il manifesto era realizzato con opere dell’artista Cassibba, che
ha derito alla mostra I muri dopo Berlino)
29-30
GIUGNO - HARIHARA spettacolo di teatro danza classico indiano
(bharatanatyam) di e con Lucrezia Maniscotti member of Abhai
(Association of bharatanatyam artist of India), recipient of Milap
Fest travelling fellowship 20010.
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