Sembra quasi che ciascuna di queste parti  del corpo si mostri nello spazio della pittura – e nello spazio del nostro immaginario – ostentando una separazione. Ostentando la propria riduzione a frammento. In qualche modo, ostentando addirittura la propria autonomia. E’ quasi come se in ogni parte di questo corpo dipinto fosse costretto a mostrarsi ‘nell’atto’ di ignorare la presenza di tutte le altre. Figura di un corpo che la pittura ha smembrato. Figura di un corpo che nel nostro immaginario e nel nostro simbolico, non sta più ‘insieme’. Ma anche figura di una vita che si dà, risorgendo, nonostante tutto, in ogni frammento. Che cos’è che tiene in vita questi frammenti che gli impedisce di disperdersi nel vuoto dell’insensatezza? Forse, è la forza della pittura. O forse, a tenere in vita questi frammenti è, paradossalmente, la violenza di quella stessa pittura che questo corpo sembra averlo smembrato, diviso, fatto a pezzi. A proposito. (A proposito di quella parola ‘violenza’, voglio dire). Forse a tenere in vita questi frammenti è il desiderio che sospinge la pittura. E allora: corpo della pittura. (Nei due sensi della preposizione, naturalmente. Nel senso di “corpo in cui si manifesta lei, la pittura”. E, insieme, nel senso di “corpo dato in possesso alla pittura, corpo posseduto dalla pittura”).

Emilio Tadini

 

 
 

Cecilia Capuana ha un'anima artistica che vive nel chiarore,riesce a fermare nei ritratti,nelle sue composizioni,nei fumetti,quella luce che ti fa vedere quello che hai sotto gli occhi e non vedi,quello che pensi di aver visto,ma in realtà è ancora lontano dalla nostra percezione.Nelle sue opere Cecilia Capuana fa vivere, con segni e colori,la verità per come l'ha avvicinata,incontrata,sognata,desiderata.Questa verità  si manifesta attraverso una faccia,un oggetto,un'alba o un tramonto:è sempre la luce che la rivela,il colore che la rende decifrabile,il cuore che la trasforma in emozione.Il chiarore che vive nel talento di Cecilia Capuana è puro,riflette una purezza interiore.E' come se questo chiarore ogni volta suggerisse a Cecilia il modo giusto di capire i giorni,le persone,le storie che le vengono incontro.Alla fine tutto si compie e rinasce,nei suoi quadri.Questo è anche uno dei motivi per cui non ci si stanca di guardare le sue pitture:è perché ogni volta sembrano aspettarti per sorprenderti,per farti emozionare ancora con quello che ti eri perso la prima volta che le avevi viste.Quella di Cecilia Capuana è una vita errante nell'avventura umana,non ci sono mura,portoni,confini.Il suo pennello è come il bastone di un rabdomante che cerca solo libertà e poesia,dal resto scappa perché è solo ipocrisia.La sua casa è sempre dove si trova,lunga e larga fino a dove vedono i suoi occhi.Il chiarore che da forza alla sua vita,se lo porta nella bisaccia mescolato con i colori.Se questa vita ci sembrerà meno stonata,è perché lei l'ha disegnata,colorata,ma soprattutto immaginata e  amata.
Vincenzo Mollica

 

 
 

Nei fumetti, che è
un mestiere da
maschi, entrò di
prepotenza Cecilia
Capuana, e subito
raggiunse il
massimo: "Métal
Hurlant "Ah NAna"
"Alter Alter" Un
segno corposo,
saturo d'inchiostro,
tondo e trasognato:
immagini sensuali
e carnali, ma come
sospese in uno
spazio senza tempo
né dimensione.
C'era un grande
silenzio,
un'inquietudine, la
paura di un bambino
che narra a se
stesso fiabe
terrorizzanti.


Poi il nero cominciò
ad addolcirsi
col colore,
colori dapprima timidi,
a tempera,
poi sempre più oleosi e squillanti. I colori della
pop-art, delle scatole di canditi
delle cartoline.
Sono illustrazioni.
Illustrazioni di che ?
Non importa sapere il prodotto che reclamizzano,
il messaggio che propagano.
Sono altrettanti fumetti
d'una storia ancora più dilatata
e solitaria, pagine ritrovate
d'un volume perduto
riferimenti a qualcosa
che non si sa, ritratti
di persone che non si conoscono
Sarebbe bello immaginare
che questi fogli staccati,
dai colori oltraggiosi,
dal disegno meticoloso, fossero spediti nello spazio,
come prova
dell'esistenza di un mondo abitato: il nostro.
Credo che gli E.T.,
esaminandoli, comprenderebbero
quasi tutto di noi,
delle nostre gioie e paure,
della nostra carne,
della nostra anima.


Bernardino Zapponi

 

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AGGUATO DEL GUANTO
(in cinque haiku digitali)
 
in trasparenza
di lattice rosato
dita di luce
 
un calco vuoto
rovesciabile al vento
mano allo specchio
 
gesto sospeso
attraverso le dita
di spoglio muta.
 
 
la mano assente-
simulacro d'attesa
pronto allo scatto
 
guanto in agguato-
agguantata la mano
diventa un manto.

 
Maria Sebregondi

 

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Biografia di Cecilia Capuana

Studi

Scuola d'arte di Roma con Alberto Ziveri. Accademia di Belle Arti di Roma con Mino Maccari, Guttuso.

Esperienze

Ha pubblicato sulle riviste francesi Metal Hurlant e Ah! Nana. Italiane Vampirella, Alter, Comic Art, Totem, Strix. Spagnola, Vibora, Totem. Negli Stati Uniti per Wimmens Comics.

Ha lavorato fra gli altri per i settimanali L'Espresso, Panorama, Mondo Operaio, Technology Review.

Per i quotidiani Il Manifesto, Repubblica, Corriere della sera.

Ha lavorato presso vari studi pubblicitari tra cui McCann-Erickson e Buffetti.

Ha illustrato libri per Giunti e Fiabesca.

Autrice di spettacoli "Cannoni sparaimmagini" per la Regione Lazio.

Video e sigle televisive per Videomusic.

Hanno scritto sul suo lavoro fra gli altri B.Zapponi, W.Eletti, Moebius, E.Tadini.

 

Mostre

Dal 1975 in poi, Salone Comics Animazione, Lucca.

1976 Librairie L'oeil du futur, Parigi.

Dal 1978 in poi, Treviso Comics.

1977 Tempo ritrovato, Roma.

1980 Fumetto in A, Palazzo Braschi, Roma.

1980 La donna e l'arte, Sudio Canova, Roma.

1980 Studio Carriei, Martina Franca.

1984 Nuvolette in Sicilia, Sicilia.

1984 Personale presso lo Studio d'arte 5x5 Roma.

1985 Mostra su Paperino, Palazzo Braschi, Roma.

1986 Women and the comics, Canada.

1989 Alternativa donna, San Michele a Ripa, Roma.

1989 Le donne ridono, Chiesa di S. Romano, Ferrara.

1990 Architettura della visione, M. Antonioni, Città due, Roma.

1990 Galleria Crak, Roma.

1991 Famous women eating breakfast, Londra, Angouleme, Berlino, Amsterdam.

1992 Il consumo disegnato, Palazzo delle esposizioni, Roma.

1993 Galerie Essadi, Cartagine, Tunisi.

1994 Le ninfe ed il satiro, Colonia.

1995 Memoria d'arte, Enna.

1998 Istituto di cultura italiana, Parigi.

1999 Galerie Kiron, Parigi.

2000 Video e musica d'avanguardia, Università di Catanzaro.

2001 Casa delle letteratura, Roma

2001 Istituto di cultura italiana, Parigi.

2007 Esposizione personale, Mairie de Paris

Vincitrice del concorso "progetto architettonico ed opera artistiche", Vicariato di Roma.  

Film documentario sul proprio lavoro, “Als Ich Kann”, diretto e prodotto da Giulia Merenda, 30’, presentato alla “Rassegna Internazionale di Film e Documentari sull’Arte”, Palazzo Venezia, 2005.

2009 Esposizione  Istituto di Cultura Italiano di Lussemburgo

2009 Esposizione Istituto di Cultura di Bruxelles

 

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Spazio Tadini - Associazione Culturale via Niccolò Jommelli 24 - 20131 Milano (Italy) tel +39 347 963 25 15

tel. +39 02.26.19.684