Orari di apertura delle tre mostre in galleria: martedi-sabato ore 15:30-19:00. Apertura fino alle 23:30 in coincidenza con inaugurazioni e eventi serali (vedi calendario eventi).  Per iscriversi alla mailing list e ricevere settimanalmente la Email del calendario manifestazioni di Spazio Tadini: [email protected].

 
 
LUCI DELLA RIBALTA - DAL 2 APRILE AL 3 MAGGIO A SPAZIO TADINI
 
   

Maria Molteni

di Claudio Rizzi

Determinazione e forza di carattere: non si direbbe simile fermezza nella figura di garbo e di grazia di Maria Molteni. Lo sguardo all'apparenza mite, la voce esile e composta, la delicatezza dei modi. Eppure si era prefissata un momento, ha atteso nel silenzio più totale, poi è partita e come gli atleti di fondo ha guadagnato terreno accelerando in corsa. Ha vissuto l'attesa con convinzione, poi con autorevolezza ha innescato il presente. Non ama parlare di sé. E non è la frase fatta di chi conquista pagine e copertine dei rotocalchi. È vero. Non dice del passato, della formazione, degli studi scientifici, della lunga passione per il pianoforte, non spiegherebbe niente se qualcuno non domandasse e se le tre figlie, differenti luminosità femminili, non comparissero casualmente in scena dimostrando una storia concreta. Maria Molteni. Scatti e impennate di rotta come in una regata. Variazioni improvvise e raffiche di luce. Era pietra, all'inizio. E lei amava frequentare le cave e sentirne il respiro prima di dare voce alla scultura. Poi il tempo della terra per generare terracotta ed era un lavoro diverso, mettere anziché togliere. Ma la sensibilità leniva la difficoltà e la sua capacità di colloquio con la materia, forse spontaneità, forse dimestichezza derivante dagli studi della natura, spianava la strada all'esito desiderato. Il bronzo imponeva un altro momento di sfida e lì gravava l'esempio di maestri eccellenti che avevano amato la creta senza trovare analoga confidenza con il metallo. L'insegnamento vale sempre e Maria ha instaurato rapporto con le cere, con la fusione grezza, persino con le patine e con la pelle. Tutto avveniva nel breve volgere di pochi anni e la cadenza delle stagioni segnava un passo ulteriore, una nuova proprietà. Il tempo necessario ad adeguarsi e al fonditore si era sostituito il fabbro. Era iniziata la vicenda del ferro e per Maria Molteni un nuovo linguaggio. Lo studio è diventato una selva, la disposizione dei lavori è concentrica e sembra cronologica: più lontano le opere figurative in pietra, poi il bronzo e infine le sculture più recenti. Quasi a simulare una stratificazione del tempo, una storicizzazione lenta che in verità non esiste perché tutto appartiene a questo decennio. 124 Musicista nella formazione e nelle vene, cambia spartito con grande disinvoltura e interpreta l'anima dello strumento per intonare nuove note. Estrema naturalezza, come fosse spontaneo oppure dovuto. Stupiscono i tempi di sperimentazione estremamente contratti e affascina l'assuefazione, assolutamente rapida, al materiale diverso e alle tecniche d'altro copione. Ma lei non condivide questo stupore, anzi vive tutto nella normalità e senza enfasi. Si guarda intorno con calma apparente e pensa al monumento che troverà collocazione nella piazza o nella sede civica. Nulla di casuale. Senza pretesa e senza presunzione ha iniziato il cammino realizzando la scultura oggetto, poi ha affrontato la dimensione del totem e del personaggio, ora si rivolge alla prospettiva della socialità e dell'aggregazione collettiva. Non è nemmeno il caso di dire c'era una volta con i puntini sospensivi. Risuona invece grande soddisfazione per chi l'ha vista muovere i primi passi e, non conoscendone allora la tempra di determinazione e carattere, l'ha incoraggiata alla fiducia e alla consapevolezza. Valori che le appartengono all'equilibrio e respirano nell'onestà intellettuale.